In questo articolo ho parlato dell’importanza di introdurre una seconda lingua a casa o a scuola, esponendo i bambini alla L2 il prima possibile. È assodato quanto sia importante, nella nostra società, saper comunicare a livello internazionale. L’inglese, in particolar modo, è una delle lingue indispensabili per farsi strada nel mondo, quindi perché non trasmettere alle nuove generazioni le basi di questa lingua fin dalla più tenera età?
È stato dimostrato che, durante i primi anni di vita, i bambini sono in grado di acquisire una lingua straniera con estrema facilità, in maniera spontanea. È auspicabile quindi esporli all’inglese fin dalla nascita aiutandosi con canzoncine, giochi e libri.
Ma come possiamo farci capire da bambini non madrelingua mentre parliamo loro in inglese? Come dobbiamo relazionarci con loro e come possiamo mantenere la loro attenzione?
Durante la mia esperienza come insegnante di inglese nei nidi e nelle scuole dell’infanzia mi è capitato di rapportarmi con bambini diffidenti nei confronti della lingua straniera. In tutto questo non c’è nulla di strano e non è difficile comprendere che un bambino, trovandosi davanti una figura nuova che parla in una lingua a lui incomprensibile, possa sentirsi frustrato o non voglia prendere parte alle attività proposte. È quindi nostro compito metterlo a proprio agio e dargli la giusta motivazione per ascoltarci e partecipare.
Come riuscire quindi a farsi capire in modo chiaro in L2 senza usare la nostra lingua madre?
Gesticolate e drammatizzate
Quando propongo giochi di movimento come staffette o giochi della tradizione (qui trovate alcuni esempi di giochi tipici della cultura anglosassone), spiego le regole con poche e semplici parole, sempre accompagnate da gesti. Se, ad esempio, una delle regole del gioco prevede di tenere gli occhi chiusi, per far comprendere questa regola metterò le mani davanti agli occhi mentre dico “eyes closed!”.
Se invece sto leggendo una storia, dovrò fare grande uso delle espressioni facciali per trasmettere lo stato d’animo dei protagonisti e usare molto le mani per aiutare i bambini a interpretare ciò che sta accadendo. Ad esempio, se in un racconto abbiamo la pioggia, assocerò alla parola ‘rain’ al movimento delle dita e lo accompagnerò al suono onomatopeico che posso riprodurre con la mia voce (es: drip-drop). La parola chiave quindi è drammatizzare: non limitatevi a leggere una storia, ma recitatela. Non spiegate le regole di un gioco solo con le parole ma anche con i gesti. Questo è sicuramente uno dei metodi più efficaci per farsi capire dai vostri alunni o figli senza che conoscano per forza la lingua straniera.
Proponete giochi noti
Un’altra soluzione per essere sicuri che i bambini capiscano come comportarsi in una determinata attività in lingua straniera è, banalmente, quella di iniziare proponendo loro giochi di cui conoscono già le regole, come ad esempio nascondino (hide and seek), acchiapparella (tag) o strega comanda color (witch colour commands).
In questo caso avranno meno difficoltà a capire i comandi in inglese dati dall'insegnante e familiarizzeranno con i nuovi vocaboli.
Quando vedremo che gli alunni inizieranno a prendere confidenza con le espressioni in inglese, dovremo incoraggiarli a utilizzare quelle invece dell'italiano. Ad esempio, giocando a Witch colour commands, esortiamoli a dire il nome dei colori in inglese.
Ecco qui un elenco di giochi noti che possono essere riproposti anche in inglese:
- Blind man's buff (mosca cieca);
- dodge ball (palla avvelenata);
- witch colour commands (strega comanda color);
- flag (rubabandiera);
- mime (il mimo).
Flashcard
Uno strumento efficace e molto utilizzato per introdurre nuovi vocaboli sono le flashcard.
Le flashcard sono delle carte che contengono un'immagine su una facciata e la sua descrizione sull'altra. Si possono anche realizzare da sé in maniera semplice: basta stampare o disegnare l'immagine desiderata e incollarla su un lato, mentre sull'altro lato scrivere la parola o frase corrispondente.
Come utilizzarle: se propongo un gioco in cui è necessario conoscere il nome degli animali, come scatoline chiuse, mostrerò prima una serie di animali raffigurati sulle carte e farò ripetere ai bambini i loro nomi.
Ancora più efficace è accompagnare l’uso delle flashcard a una canzone che tratti lo stesso tema, come ad esempio “Old MacDonald Had A Farm”, la versione inglese di “Nella Vecchia Fattoria”.
Le flashcard sono uno strumento utile anche per proporre diversi giochi, qui nel parlo in maniera più approfondita.
L’importanza del coinvolgimento
Quelli che abbiamo visto sono sicuramente consigli utili per farsi comprendere in L2, ma la prima regola per far funzionare un gioco o un’attività con un gruppo di bambini, specialmente se parliamo una lingua straniera, è avere la loro attenzione.
Se abbiamo a che fare con bambini, in special modo bambini nella fascia 0-6 anni, sappiamo che non è facile mantenere l’attenzione parlando la loro lingua madre, figuriamoci proporre attività in L2.
Per mantenere l’attenzione dei bambini parlando in una lingua straniera valgono le stesse regole di quando parliamo nella lingua nativa.
Innanzitutto dobbiamo catturare la loro attenzione, instillare curiosità verso ciò che andremo a fare.
Utilizziamo diversi toni di voce, parliamo sottovoce, seduti in cerchio, per far capire che stiamo per fare qualcosa di speciale. Se useremo le flashcard, un libro o altri strumenti, non mostriamoli subito, mettiamoli in un sacchetto o in una scatola, senza far vedere cosa c’è dentro. Possiamo far girare il contenitore tra i bambini e incentivarli a indovinare cosa possa esserci all’interno, senza sbirciare.
Una volta ottenuta la loro attenzione, dobbiamo fare in modo che questa non svanisca subito. Chiaramente dobbiamo tenere conto dell’età dei bambini, più sono piccoli, minore sarà il tempo in cui riusciremo a tenerli impegnati in una sola attività. In ogni caso, una strategia per mantenere il loro interesse è quello di farli sentire coinvolti in quello che fanno. Facciamoli sentire ‘protagonisti’.
Durante la lettura di un libro possiamo attuare questa strategia facendo qualche domanda. Ad esempio, se il racconto parla di un arcobaleno, possiamo ripetere tutti insieme i nomi dei colori in inglese e poi chiedere a ognuno quale sia il proprio colore preferito. Se i bambini sono tanti, meglio non coinvolgere tutti allo stesso momento, altrimenti rischiamo di perdere il filo e la loro attenzione. In quel caso possiamo rivolgere la domanda solo ad alcuni e in seguito riservare le altre ai rimanenti.
Se invece proponiamo un gioco di movimento come una staffetta, possiamo coinvolgerli facendo il tifo per loro e ripetendo spesso il loro nome: “Go Matteo, go!” “You can do it, Luisa, good!”.
In conclusione, se useremo questi tricks e le attività in L2 che andremo a proporre saranno semplici, divertenti e coinvolgenti, non avremo grosse difficoltà a farci capire e a rendere gratificante questa esperienza, perché la cosa più importante per imparare qualsiasi cosa è associarla ad un vissuto motivante e positivo!